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Alle fronde dei salici (Salvatore Quasimodo)

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Messaggio  Admin Ven Mag 21, 2010 3:51 pm

Alle fronde dei Salici – Salvatore Quasimodo
E come potevamo noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo nasce a Modica, in provincia di Ragusa, il 20 agosto 1901. Nel 1908 la famiglia si trasferisce a Messina.Qui frequenta e completa i suoi studi fino alle superiori, diplomandosi come geometra. Pubblica le sue prime liriche su una piccola rivista letteraria fondata assieme ad alcuni amici. Nel 1919, dopo il diploma, si trasferisce a Roma dove continua a scrivere, mantenendosi con lavori precari. Nel 1926 viene assunto come geometra al Genio Civile di Reggio Calabria. Le poesie scritte in quegli anni vanno comunque a comporre la raccolta dal titolo Notturni del re silenzioso del quale undici testi confluiscono nel volume Acque e terre, uscito nel 1930.
Nel 1926 si reca a Firenze dove conosce esponenti del ricco ambiente letterario dell’epoca, nel 1931 si trasferisce al Genio Civile di Imperia. L’anno successivo pubblica con successo il suo secondo volume Oboe sommerso.
Nel 1934 viene trasferito al Genio Civile di Milano. Due anni dopo si dimette dal Genio Civile, iniziando a svolgere un’attività editoriale con Cesare Zavattini. Pubblica la raccolta poetica dal titolo Poesie. Collabora con la rivista «Letteratura». Nei due anni successivi è inoltre redattore della rivista «Tempo». Traduce nel frattempo i lirici greci.
Nel 1941, per “chiara fama”, riceve la nomina di professore di letteratura italiana presso il conservatorio musicale Giuseppe V, a Milano, dove insegnerà fino alla morte. Il suo antifascismo gli procura diversi “incidenti”, compresa una denuncia. Nel periodo bellico, tra il 1943 e il 1945, traduce il Vangelo secondo Giovanni, alcuni canti di Catullo e brani dell’Odissea, che saranno pubblicati nel 1945.
Nel 1946 muore la moglie Bice Donetti, ma nel 1948 si risposa con Maria Cumani. Diviene titolare, sul settimanale «Omnibus». Il 1959 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura. Il poeta muore il 14 giugno 1968 a seguito di un’emorragia cerebrale, mentre presiede ad Amalfi un premio di poesia.
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